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Gemellaggio Kenosha

Carissimi amici,
è un onore e un privilegio per me ospitarVi ed avere l’occasione di scambiare con Voi esperienze di Vita e di Governo, in una realtà internazionale che sempre di più necessita di scambi culturali e politici. La gente che si occupa dell’Amministrazione di un territorio o di una comunità, in qualsiasi parte del mondo, parla la stessa lingua e affronta gli stessi problemi poiché le emergenze politiche e sociali non hanno più frontiere e bandiere, così come gli uomini che si trovano a condividere idee, sogni, battaglie ed ideali. Questi ideali sono di democrazia e di ricerca della stabilità, di cordialità nei rapporti umani, di urgenza di far cessare le violenze e la negazione dei diritti umani, di raggiungere, un giorno o l’altro, la pace internazionale attraverso l’esercizio della giustizia e della solidarietà umana.
Quella italiana e quella americana, sono tra le democrazie più avanzate del mondo, le nostre Costituzioni sono la garanzia che il bene comune non è lasciato all’arbitrio di pochi o alla temporaneità di sistemi deboli e relativi, ma poggiano su principi assoluti e non negoziabili, poiché hanno radici nei valori della persona.
Anche le differenze, dovute a realtà interne e a dinamiche sociali non equiparabili con quelle italiane, come la pena di morte presente in molti Stati USA, rappresentano un motivo in più per confrontarsi e cercare insieme una strada comune che bandisca ogni violenza.
Sono certo che la presenza di milioni di italiani in America abbia avuto ed abbia grande rilievo nella politica di questa Nazione e che essi, figli di una terra generosa e solare, sappiano portare un contributo forte ed incisivo nelle scelte politiche di quel Paese.
Sappiamo tutti, perché ognuno di noi ha avuto ed ha un parente o un amico emigrato negli Stati Uniti d’America, quanto sia stato doloroso il fenomeno dell’emigrazione all’inizio del secolo scorso, quando le mamme e le mogli vedevano partire, a volte per sempre, i propri cari con quelle povere valigie di cartone, con dentro sogni e speranze e la promessa di un lavoro dignitoso che, molto spesso andava deluso, poiché i tempi non garantivano i diritti sindacali di oggi.
Parlare oggi ai giovani di quella triste realtà non è agevole poiché, in un secolo le conquiste sul fronte dei diritti dei lavoratori sono stati innumerevoli, ma non dimentichiamo le difficoltà che hanno dovuto affrontare i nostri nonni e bisnonni quando, sprovveduti e impauriti intrapresero un viaggio che spesso voleva dire umiliazione, fatica e privazioni.
Molti di loro, con i soldi guadagnati, sono tornati nelle loro terre; altri sono rimasti per sempre, richiamando a se le loro famiglie e lasciandosi col tempo assorbire da una terra dalle enormi potenzialità economiche.
Oggi l’integrazione è totale, ma l’America ha finito con l’avere i colori e l’allegria della gente italica, che riempie con il suo ottimismo le grandi strade e i palazzi che toccano il cielo, gli stessi palazzi che videro i nostri nonni con la meraviglia e l’incredulità di un bambino ai piedi di un gigante.
Siamo grati all’America per aver cresciuto i nostri figli e per aver dato alle nuove generazioni un futuro e un tenore di vita dignitoso, supplendo, in qualche modo, alle mancanze economiche di un’Italia profondamente ferita ed impoverita da due guerre mondiali che ci rammentano quanto sia importante nella politica non lasciarsi trascinare nei buchi neri dell’intolleranza e delle violenze poiché esse, in realtà creano più problemi di quanti ne risolvano.
Allo stesso tempo sentiamo anche un forte rimpianto perché queste forze e questi talenti noi li abbiamo persi – non dimentichiamo i tanti illustri personaggi di origine italiana che si sono distinti con successo nel campo della scienza come il prof. Mario Renato Capecchi (ultimo premio nobel), ma anche come Rita Levi Montalcini, come Dulbecco e per andare indietro negli anni come Enrico Fermi, tutti hanno potuto esprimere per intero il loro talento e gli ha offerto la possibilità di emergere in campi di ricerca come la medicina la fisica la politica.

L’integrazione dei nostri connazionali nel mondo deve farci riflettere anche sull’accoglienza che noi oggi dobbiamo esercitare nei confronti degli extra comunitari che vogliono legalmente integrarsi nel tessuto sociali del nostro Paese, senza mai abbassare la guardia nei confronti di chi, invece, non rispetta le regole costituite di un popolo o di una nazione.
Grazie.